NOTIZIE SU CAVOUR E LA ROCCA
Probabilmente fondata da Liguri e Celti già nel 1°
millennio A.C. Cavour fu in seguito colonizzata dai Romani e trasformata in un importante
municipio con il nome di FORUM VIBII - CABURRUM in onore di Caio Vibio Pansa, proconsole
di Giulio Cesare in Gallia Cisalpina, che qui condusse parte della tribù Stellatina,
tribù originaria di Roma - Capena.
Subì distruzioni da parte dei Longobardi (5° sec. D.C.) e dei Saraceni, che, sbarcati
verso l'anno mille sulla costa Provenzale, ben presto attraversarono le alpi ed entrarono
nelle terre piemontesi, rivolgendo la loro attenzione soprattutto ai luoghi monastici,
scarsamente difesi e che non opponevano resistenza. A partire dall'XI secolo, i grandi
protagonisti dell'evoluzione storica del paese furono i Frati Benedettini dell'Abbazia di S. Maria (cui si deve, fra l'altro, la
realizzazione di un imponente sistema irriguo ancora efficiente ai giorni nostri), i
Vescovi di Torino, i Piossasco, i Savoia, gli Acaja, i Racconigi e:i Benso, marchesi di
Cavour dal 1649 e perciò denominati "i Cavour".
L'antico borgo medievale, interamente cinto da mura e con ben due castelli sulla Rocca,
conobbe la ferocia delle milizie francesi con l'invasione del Lesdiguières nel 1592 e con
l'eccidio del Catinat avvenuto nel 1690, pochi giorni prima della grande sconfitta inferta
dallo stesso Catinat, su ordine di Luigi XIV, al duca Vittorio Amedeo II nella zona della
vicina Staffarda.
È dopo il dominio napoleonico che Cavour, ormai priva di qualsiasi fortificazione,
incomincia lentamente a mutare aspetto e ad espandersi soprattutto a Nord della Rocca,
dove a tutt'oggi, risulta essere maggiore ed in costante espansione l'insediamento
abitativo.
Con una superficie di circa 4.913 Ha, 5.200 circa
abitanti ed un'altitudine di 300 m s.1.m. (462 sulla vetta della Rocca), Cavour è situata
ai confini della Provincia di Torino con quella di Cuneo (Saluzzese).
Confina con i comuni di Macello, Vigone, Villafranca Piemonte, Barge, Bagnolo Piemonte,
Bibiana, Campiglione Fenile, Bricherasio e Garzigliana.
La sua vocazione prevalentemente agricola è testimoniata dalle circa 200 aziende operanti
in questo settore nelle frazioni di Castellazzo, Zucchea, Gemerello, Babano, Cappella del
Bosco, S. Michele, Sant'Antonio, San Giacono, Sant'Agostino ,Cappella Nuova ,Sant'Anna.
Infatti, accanto a pur fiorenti industrie della lavorazione delle carni, del granito,
della piccola meccanica e dell'artigianato, vi si incontrano ampie distese coltivate a
cereali, lunghi filari di alberi da frutto e diversi allevamenti specializzati per bovini
"Razza Piemontese "già premiati con lodevoli piazzamenti alle più prestigiose
mostre nazionali.
Rilevante la tradizione gastronomica che raggiunse già il suo apice negli anni Cinquanta
con il famoso "pranzo dei grassoni", attualmente rilanciato a livello
internazionale.
L'accurata pavimentazione del centro storico mette in risalto l'antica e ordinata
geometria del paese che si riscontra nelle ampie piazze, nelle strade rettilinee, nei
vecchi cortili, negli edifici storici e nelle case dai caratteristici tetti in
"losa" che contrastano piacevolmente con lo sfondo verde della singolare Rocca.
Costruita all'inizio del 1700 sull'antica Cappella della
Concezione, la chiesa si presenta oggi a tre navate, con un prezioso soffitto a cassettoni
in legno dorato, eseguito come il bel campanile. su progetto dellIng. Arch. Amedeo Peyron nella seconda metà del secolo scorso. Vi si possono ammirare
dipinti del Defendente Ferrari, del Morgari, del Buccinelli, oltre a diversi bellissimi
stucchi opera degli scultori Brilla e Sassi.
Nel battistero, racchiuso da una cancellata di rara bellezza, un prezioso fonte
battesimale del XVI secolo con l'arma dei Racconigi.
Costruito intorno al 1545 da Claudio di Racconigi,
questo palazzo vide sottoscrivere fra le sue mura, nel 1561, la storica PACE di CAVOUR, un
trattato di oltre 20 capitoli, con cui Emanuele Filiberto di Savoia concedeva diversi
"privileggi" al popolo valdese, fra cui libertà di culto nelle loro valli.
Questa fontana é stata costruita nel 1829 sul luogo
dove si pensa che esistesse una piscina o un bagno romano, grazie ad una lapide ritrovata
nel 1552 e attualmente custodita dalla Sovrintendenza di Torino. Questa lapide, così come
la scritta ormai consumata che si trova sulla stessa fontana, ci parla della dea Drusilla,
di una sacerdotessa di nome ATTIA e del dono che essa fece ai suoi concittadini cavouresi
all'epoca di Caligola, nella prima metà del l° sec. D.C.
La sua acqua, che sgorga direttamente dalla Rocca attraverso un tnnnel scavato nella viva
roccia, sembra avere dei poteri benefici, per cui è molto ricercata e apprezzata anche
dai forestieri.
Diversi Comuni possono ancora oggi vantare la presenza
dell'ala, luogo che, alle soglie del 2000 e in ogni stagione, continua a svolgere la sua
funzione sociale di sosta ideale per la chiacchierata domenicale o di mercato. Questa di
Cavour é stata realizzata nel 1583 per opera dei Benedettini, sotto il regno di Carlo
Emanuele 1°.
La tettoia fu dedicata a Bernardino II, ultimo della stirpe dei Signori di Racconigi
(discendenza naturale del ramo Acaja) che governarono Cavour per circa 200 anni, dal 1443
al 1605.
Costruito verso la meta del 1800 su progetto
dellArchitetto Vittorio Buffa di Perrero, questo edificio appoggiante sul suo forte
porticato con stile elegante, si presenta oggi con un aspetto totalmente rinnovato. Fra
laltro, internamente al piano terreno, unampio spazio vetrato lascia percepire
unimmediata gradevolezza estetica con ottime caratteristiche di funzionalità e di
confort.
Sulla facciata, dal 1952, i busti del Conte Camillo e di Giovanni Giolitti, inaugurati
alla presenza dellallora Presidente della Repubblica S.E. Luigi EINAUDI.
Giovanni Giolitti, nativo di Mondovì (1842) è sepolto
a Cavour, dove possedeva due case. Una, la vecchia di famiglia, in Via Plochiù nelle
immediate vicinanze del centro, e laltra, di costruzione più moderna, situata in
zona più ombreggiata, ai piedi della Rocca.
La vecchia casa di paese era quella dove lo statista prediligeva vivere con la sua
famiglia, non appena i molteplici impegni di lavoro glielo permettevano. Era appartenuta
alla madre Enrichetta (cavourese di nascita) prima ancora al genitore di lei, Giovanni
Battista Plochiù, alto magistrato, procuratore generale a Torino sotto i Francesi,
conferito della Legion dOnore con diploma firmato da Napoleone e da Cambacères,
compromesso con i moti del '21, esule in Francia ed infine ammesso al rimpatrio con
domicilio coatto a Cavour dove la moglie possedeva questa casa.
La villa invece era appartenuta allo zio materno, Alessandro Plochiù che, nella prima
metà del l800 l'aveva fatta realizzare ampliando una piccola proprietà che tra l'altro
comprendeva una cava di pietra. Giovanni Giolitti vi soggiornò raramente, soprattutto in
qualche breve periodo estivo.
Un grande busto dello statista (opera dello scultore Alloati) vigila con gesto cesareo nel
cortile della casa di via Plochiù; al 1° piano la stanza in cui egli morì il 17 luglio
1928, e sul portale d'ingresso, una lapide che commemora il suo contributo al servizio
dello Stato: sette volte al Governo e cinque volte Presidente del Consiglio dei Ministri.
Entrambe le costruzioni appartengono attualmente alla
discendenza diretta della famiglia Giolitti.
Il Parco Naturale della Rocca, istituito con L.R. n°48
del 16/5/80,ha assunto dal 1995 la denominazione di "Riserva Naturale Speciale"
accorpata al tratto cuneese del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
Comprende LA ROCCA e, nella parte più pianeggiante verso
Saluzzo, l'ABBAZIA Dl. S. MARIA (Sec. Xl): ne
sono proprietari il Comune ed in parte alcuni privati.
La Rocca é una punta Alpina emergente per circa 162 metri dai depositi alluvionali della
pianura Padana.
Appartiene al massiccio del Dora - Maira e la sua orogenesi risale al Carbonifero (345/280
milioni di anni fa). Presenta caratteristiche archeologiche, storiche e naturalistiche,
fra cui diverse incisioni rupestri (fori a coppella, la pera d'la pansa, le ongià e la
piota del diav), una pittura policroma risalente al post - paleolitico ruderi e resti di
fortificazioni medievali una flora che comprende oltre 450 specie (alcune inconsuete a
tali quote) e infine una fauna dove riveste particolare rilevanza l'aspetto ornitologico.
Lungo l'itinerario pedonale (dalla Scala Santa a lato della Chiesa di S. Lorenzo) e la
strada carrabile (da via Barge), si possono trovare, oltre a diversi ulteriori sentieri
percorsi ginnici autoguidati, fontane panchine e tavoli in pietra.
Sulla vetta, raggiungibile a piedi in 15/20 minuti dal paese, il caratteristico pilone che
custodisce le vittime dell'eccidio del Catinat avvenuto nel l690. Inoltre, un ampio
parcheggio e aree attrezzate per comodi relax con un incomparabile panorama di montagne e
di pianura a 360°, dalle Alpi Marittime e dell'alta valle Po, dietro cui spunta
laguzza piramide del Monviso, alle Pennine; dal Colle della Maddalena e da Superga
dietro la "regal" Torino, alle ridenti colline del Saluzzese .
Inserita nella Riserva Naturale Speciale della Rocca per
le sue caratteristiche storiche ed architettoniche, l'Abbazia e situata ai limiti della
Riserva stessa verso il Saluzzese ed e uno dei monumenti alto - romanici più importanti
del Piemonte. Fondata "ex-novo" dal Vescovo di Torino Landolfo nel 1037, è
stata governata da più di 40 abati, per lo più benedettini provenienti dalla Chiesa di
S. Michele.
Nonostante sia stata più volte danneggiata, é possibile, ancora oggi, riscoprirvi (al di
là del restauro barocco e di quello più recente degli anni sessanta) ciò che rimane
dell'opera Landolfiana: i diversi livelli della chiesa, i pilastri ottagonali; la stupenda
cripta con l'altare più antico del Piemonte e, soprattutto, il prezioso materiale di
reimpiego di epoca antecedente che testimonia una possibile struttura preesistente (tempio
pagano, pieve, priorato?).
Nella chiesa e nel piccolo museo del monastero numerosi reperti di epoca romana e
medievale, documentazioni, mostre storico - culturali.
In un ambizioso piano di intervento previsto nellimmediato futuro, sono previsti
restauri allintero complesso abbaziale con ampliamento dellarea espositiva
museale e la creazione di spazi per studi e conferenze.
detto "Il Cavour", sommo statista e principale
artefice dell'Unita d'Italia, fratello dell8° Marchese di Cavour, GUSTAVO.
Una particolare caratteristica cavourese di grande curiosita, che emerge fra tutte le
altre di natura storica, geologica, mineralogica, botanica, linguistica, ecc. e senz'altro
il nome della nostra cittadina, destinato ormai da quasi due secoli, a rappresentare
quello di uno dei più grandi statisti italiani: il CONTE CAMILLO BENSO.
L'infeudazione ai Benso di Santena - Ponticelli avviene nel 1649, quando, il 10 dicembre,
Carlo Emanuele II di Savoia conferisce il titolo di 1° MARCHESE DI CAVOUR a Michele
Antonio Benso, contro pagamento di Lire 20.000 d'argento.
II 20 giugno 1742 le patenti d'infeudazione del 1649, per vari motivi, vengono
riconosciute "senza valore" e il feudo di Cavour e revocato e tolto ai Benso, i
quali tuttavia riescono a riscattarlo quasi subito con un versamento di Lire 85.000.
E Carlo Emanuele III che, il 28 settembre dello stesso anno, riconferma il titolo
marchionale con la clausola che sia "trasmissibile solo in linea maschile di
primogenitura".
Seguendo questa ordinanza, agli inizi del 1800, sarà Marchese di Cavour Michele Giuseppe
Antonio che, sposatosi con Adele di Sellon, avrà due figli: GUSTAVO, 8° Marchese di
Cavour, e CAMILLO, il quale essendo secondogenito, avrebbe dovuto essere Conte di Santena.
Invece, forse per un uso familiare e comune, o forse in conseguenza dei numerosi condomini
del feudo di Santena..., o più logicamente per il prestigio del nome di quella roccaforte
cosi dice Giovanni Peyron nel suo libro "Cavour,
notizie storiche in breve sintesi" lasciò bonariamente che lo si chiamasse
"Il Conte di Cavour". Nessuno pensò mai di contraddire ciò che l'uso aveva
ratificato, ed il prestigio dell'uomo consolidato ed onorato. Quando Camillo Benso mori,
il 6 giugno 1861, i suoi parenti, continua G. Peyron
rifiutati gli onori reali e la vana pompa di un sepolcro a Superga, ricordando il
grande attaccamento alla sua terra ed al suo "nome", vollero che la sua salma
fosse deposta nella Cripta della amata terra di Santena sotto una semplice pietra
sepolcrale con la scritta "CAMILLO BENSO Dl CAVOUR".
Cosi Cavour, di antichissima denominazione, pur già ricca di un ragguardevole patrimonio
storico, diventava l'anima del nome del maggiore artefice del nostro Risorgimento, e, per
questo, ancora più facile da ricordare.
grande statista, cinque volte Presidente del Consiglio,
visse e mori a Cavour (dove e anche sepolto) nella casa che fu della madre, Enrichetta
Plochiù, cavourese di nascita.
il piu distinto allievo della primitiva Scuola
Piemontese di Veterinaria conosciuto non solo in Italia ma anche in altri paesi d'Europa.
Iscritto a parecchie società letterarie, promosse studi sulla sua professione e lasciò
interessanti saggi ed osservazioni, soprattutto sulle malattie dei bovini e degli equini
(circa una cinquantina, in italiano e in francese).
Divenne Direttore Veterinario dell'Armata di S.M. con i Savoia, e per circa mezzo secolo
fu un celebre clinico con numerosi riconoscimenti anche all'estero.
maestro di grammatica e Prefetto delle Scuole di Porta
Nuova a Torino. Letterato, Filologo, autore del noto Dizionario Piemontese - Italiano e di
diverse operette grammaticali destinate anche all'uso presso le pubbliche Scuole del
Magistrato della Riforma sugli studi.
Attese per molti anni alla compilazione dell'ANNOTATORE PIENONTESE, giornale letterario di
cui fu lodevole lo scopo di promuovere fra noi lo studio ed il buon uso della lingua
italiana.
Professore di Filosofia morale, Teologo, grande amico e
collaboratore dell'Abate Antonio ROSMINI, dottore collegiato di Teologia e della classe di
Filosofia nella Regia Università di Torino.
Governatore di. Tod, arcivescovo di .Pirgi, assistente
al Soglio Pontificio, Cardinale dell'Ordine dei Preti.
Delegato Apostolico, Vescovo di Cuneo e di Como,
Arcivescovo di Vercelli, Arcivescovo titolare di Trebisonda, Nunzio apostolico, Cardinale.
filosofo - stoico, scrittore.
scrittore, saggista, studioso di Geologia e
Paleontologia. Fra i suoi discendenti VITTORIO CRAVETTO, scrittore, direttore dei
programmi umoristici della RAI tra la fine degli anni Cinquanta e 1'inizio degli anno
Sessanta, considerato a buon diritto uno dei pionieri della Televisione Italiana anche con
1'invenzione di trasmissioni che poi sono passate alla storia, come "Campanile
sera", "Il Musichiere", ecc.. Cravetto, come il Dott. Comm. Portis, e
sepolto a Cavour.
Medico Primario, Docente universitario, Accademico
emerito, Scrittore saggista con oltre 200 opere: di ricerca storica nel campo della
medicina, della sanità, delle istituzioni ospedaliere, delle grandi malattie ed epidemie,
dei grandi protagonisti della medicina (dai ciarlatani agli illustri cattedratici di epoca
contemporanea), della medicina eterodossa, dell'Ostetricia, della Ginecologia, della
Farmacia, dei diversi temi della medicina sociale.
discendente di una delle più antiche famiglie
cavouresi, insegnante, Cavaliere Ufficiale cavouresi della Corona d'Italia, con Medaglie
d'Oro dal Ministero della Pubblica Istruzione di 1° e 2° grado. Direttore generale CAI
di Torino e Segretario Nazionale del Consorzio Guide di Montagna, ha al suo attivo
importanti vie sulle Alpi, nonché 1'apertura del Museo Nazionale Duca degli Abruzzi a
Torino (dal 1941 al 1950). Decorato al Valore dall'Esercito Americano per operazioni
congiunte al C.L.N., nel dopo guerra ricostruisce il Corpo Nazionale Giovani Esploratori
Italiani. Console del Touring Club Italiano, diviene PRESIDENTE DEL TURISMO SCOLASTICO
INTERREGIONALE. Scrittore di numerose guide turistiche sulla città di Torino e sulla
Grecia, riceve, per 1'alto impegno rivolto al mondo classico, la Cittadinanza Onoraria di
Micene.
Della grande ed illustre famiglia, presente a Cavour dal
1800, si ricordano fra gli altri:
insigne orientalista, Accademico delle Scienze e
Direttore della Classe Scienze Morali, autore di importanti pubblicazioni e proprietario
di una preziosa biblioteca con papiri egizi (custodita per circa un secolo a Villa Peyron
in Cavour e poi donata dagli eredi alla Biblioteca Nazionale di Torino). E' ricordato con
un busto al MUSEO EGIZIO del CAIRO.
Commendatore, progettista del campanile e del soffitto a
cassettoni della Chiesa di S. Lorenzo di Cavour.
Al suo studio, tenuto in alta considerazione, ricorsero diverse celebrità tecniche del
tempo, come il Marchese di Lesseps in occasione del taglio del1'istmo di Suez; gli
ingegneri Grandis, Grattoni e Sommelier per il traforo del Frejus. Appena laureato, all'
eta di 21 anni vinse il concorso per la erezione delle tribune d'onore per festeggiare il
matrimonio di Vittorio Emanuele con Maria Adelaide d'Austria (1842). Conosciuto in
quell'occasione dal Conte Camillo Benso, questi in seguito gli commissiono opere sempre
più importanti facendolo diventare il proprio consulente tecnico. Compì restauri della
piccola aula del Parlamento Subalpino e, in seguito, nominato Architetto della Camera, fu
prescelto per la costruzione della nuova grande Aula Provvisoria del Primo Parlamento
Italiano nel cortile di Palazzo Carignano (1860): in essa, il 14 Marzo 1861 fu proclamato
Vittorio Emanuele RE D'ITALIA. Specializzatosi nella soluzione di problemi ferroviari ed
idraulici, progettò la ferrovia Torino - Savona ed ebbe parte importante come consulente
nella costruzione delle Ferrovie Meridionali, del Canale Cavour, del Porto di Catania,
della ferrovia del traforo del Moncenisio.
Consigliere, per meriti, nel Comune di Torino ininterrottamente dal 1860 al 1899, fu socio
fondatore e presidente della Società degli Ingegneri e degli Architetti di Torino,
Commendatore della Corona d'Italia e Cavaliere Mauriziano.
Nella sua casa di Cavour, città cui egli era affezionatissimo, trascorse specie in
vecchiaia, molto del suo tempo, fervente di opere fino all'ultimo; qui mori il 28
settembre 1903.
A lui sono intitolate due gallerie ferroviarie, una sulla Torino - Modane ed una sulla
Torino - Savona; gli e pure dedicata una lapide nell'atrio di Palazzo Carignano in Torino.
Sindaco di Torino dal 1951 al 1962, Presidente Europeo
CECC (Comitato Europeo Credito Comunale), Presidente Sezione Italiana del CCE (Consiglio
dei Comuni d'Europa), Presidente della Conferenza Europea dei Poteri Locali (insieme con
il Sindaco di Marsiglia, Chaban Delmasse), Direttore delle Celebrazioni ITALIA '61.
Laureato anche in Scienze economiche, Direttore molto
stimato di filiali FIAT in diverse città italiane. Appassionato studioso e ricercatore di
approfondimenti sul mondo del lavoro, pubblicò alla fine degli anni Cinquanta, uno dei
primi libri sulla tecnica della vendita e, in seguito, sulla filosofia del lavoro.- Sempre
accompagnato da un particolare amore ed interesse per la sua città natale, giunto
alletà del ritiro dallattività lavorativa, dedicherà tutto il suo tempo
agli studi su Cavour: nasceranno così ben nove libre, una singolare collana di momenti
storici cavouresi che gli varranno, nel 1993, il Premio "AMORE PER CAVOUR" alla
memoria (1a edizione, a cura della Pro Loco).
Generale, Eroe della Battaglia di S. Martino (1859)
Medaglia d'Oro e dArgento al. Valore Militare,
caduto sul Carso (1916)
Tenente Colonnello, Medaglia d'Oro al Valore Militare,
caduto a Tirana (Albania) (1943)
Eroe partigiano, cavourese di adozione, impiccato per
rappresaglia sulla piazza che oggi porta il suo nome, Medaglia d'Oro al Valore Militare
(1943)