Cavour è una delle più antiche terre del Piemonte. Fu capoluogo di un vasto municipio che si estendeva tra le Alpi, il Po e il Sangone. Agli inizi del Cristianesimo divenne sede di un Vescovo; fu una delle prime Chiese del Piemonte e comprendeva ben 15 pievi (pieve = chiesa parrocchiale dalla quale dipendevano altre chiese e filiali): Airasca, la distrutta Castellar (presso Riva), Cumiana, Lombriasco, Miradolo, Pancalieri, Pinasca, Piobesi, Revello, Barge, Sabbione (vicino La Loggia), Sangano, Scalenghe, Abbadia Alpina, Vigone.

Si ritiene che il cristianesimo sia entrato in Caburrum a partire dal II secolo d.C.

Gli antichi documenti cristiani scompaiono presto a causa delle distruzioni ordinate da Massimiano nel 261 e Diocleziano nel 303; in seguito i Barbari distruggeranno altre memorie. Anche se sarà possibile salvare qualche documento, questo andrà distrutto nel 1592, quando il paese sarà soggetto a vari incendi per opera degli Ugonotti.

Cavour fu sede di Vescovado e lo conferma 1'epigrafe di San Proietto vescovo, conservata nell'Abbazia di Santa Maria.

Il nome degli altri Vescovi che governarono la Chiesa di Cavour è ignoto a causa delle ripetute distruzioni che si susseguirono nel paese.

Nel 569 piombarono in Italia i Longobardi che distrussero tutte le città e terre della Liguria e gran parte delle Alpi Cozie, cui apparteneva in quel tempo Caburrum. Dopo tale distruzione, Caburrum non risorse più e con essa perì pure il suo vescovado.

Con la libertà religiosa instaurata da Costantino, i Cristiani iniziarono ad erigere una Chiesa, ma dove sia stata fondata la prima chiesa a Cavour non è stato tramandato né da alcun documento, né dalla tradizione (anche perché i documenti anteriori al 1690 saranno distrutti dalle soldatesche del Catinat).

Nel X secolo con 1'invasione dei Saraceni, scomparve ogni memoria della primitiva chiesa costruita, che pare fosse già dedicata a San Lorenzo nel V secolo. Infatti, in quel periodo le Chiese erano dedicate o al Redentore, o a Maria Vergine, o a San Giovanni, e più tardi ai martiri quali S. Stefano e S. Lorenzo.

Dopo la distruzione della Caburrum romana da parte dei Longobardi, gli abitanti vi costruirono una seconda chiesa (sembra con i resti di antichi edifici romani) dove ebbe sede il Plebano o pievano (ossia il sacerdote rettore della pieve).

Cavour divenuta plebania comprendeva nella sua vicaria (= ossia una circoscrizione territoriale su cui aveva giurisdizione un vicario) nel 1624 ben 23 paesi: una vera diocesi! (Cercenasco, Vigone, Cardè, Villafranca Piemonte, Moretta, Torre San Giorgio, Envie, Bagnolo Piemonte, Barge, Campiglione Fenile, Bibiana, Famolasco, Lusernetta, Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Bricherasio, San Germano, Villar Perosa, Pinasca, Osasco, Buriasco, Garzigliana).

Una parte di questi paesi saranno poi staccati per formare la diocesi di Pinerolo, altri saranno uniti alla diocesi di Saluzzo.

Nel 1490, essendo Vescovo di Torino il Cardinale Domenico della Rovere, fu soppressa la plebania di Cavour e convertita in Vicaria del Vescovo; nel 1597 sarà eletto il primo vicario: don Pietro Rossetto.

Scompare cosi la gloria ecclesiastica di Cavour.

Aveva già perduto il suo vescovado, ora perde anche la plebania.

Nel 1584 Cavour conta 2.757 abitanti ed è inviato quale visitatore apostolico Monsignor Peruzzi, Vescovo di Sarsina e vicario generale del Card. della Rovere. Questi, in una sua relazione, descrive lo stato materiale della Chiesa parrocchiale:

"è in condizioni disastrose, abbastanza ampia, rustica anche dentro, senza incrostatura e non pavimentata (perché allora era consuetudine seppellire i morti in Chiesa), col tetto pericolante e tanto guasto da pioverci dentro; senza confessionali decenti, sprovvista di arredi sacri, con un rozzo tabernacolo di legno e conta, oltre all'altare maggiore ben sette altari tutti in lurido stato".

Oltre a questa Chiesa, durante la sua visita apostolica, Monsignor Peruzzi aveva trovato in Cavour altre quattro chiese dedicate a:

  1. Alla Concezione;
  2. A San Rocco;
  3. A San Bernardino;
  4. A S. Agostino.

La Chiesa della Concezione era piuttosto ampia, aveva dodici altari, non era incrostata ed era priva di pavimento. Madre dell'attuale parrocchia, fu scelta per terza chiesa parrocchiale nel secolo XVII come vedremo (in seguito).

Nel 1593 gli Ugonotti assediarono e distrussero Cavour; furono saccheggiate le chiese e profanati gli altari, rubati e distrutti gli oggetti sacri, disperse al vento le reliquie di San Proietto. A questa distruzione si aggiunse la peste del 1598.

Agli inizi del XVII secolo i Cavouresi superstiti dagli assedi e dalla peste ricostruirono il paese per la terza volta a nord della Rocca e restaurarono pure la Chiesa della Concezione che diventerà la nostra attuale chiesa parrocchiale.

Nel 1690 Cavour fu invasa dall'esercito francese capitanato dal generale Catinat. Il paese fu saccheggiato ed incendiato, gli abitanti si batterono con ardore, ma gran parte di essi trovò la morte.

Ai danni recati dai Francesi si aggiunsero quelli causati dall'inclemenza del tempo (alluvione).

Ai guasti degli edifici civili si sommarono anche quelli religiosi.

Se nel 1584 la Chiesa parrocchiale era in pessime condizioni, nel 1690 sarà del tutto inutilizzabile.

I Cavouresi trovarono la soluzione di edificarne una altrove. Ma poiché mancavano i denari per costruirne una nuova, fu scelta come chiesa parrocchiale la cappella dedicata all'Immacolata Concezione, ai piedi della Rocca, a nord. Essa era isolata, senza casa né per il Vicario, né per il sacrestano. In questo periodo fu eletto Vicario don Giacomo Saussa che la descrisse "posta in un luogo umidissimo, costretta a ricevere le acque provenienti dalla Rocca, le quali trasformavano spesso il pavimento in un lago".

Con i contributi stanziati dal Comune, le offerte dei parrocchiani, e denari suoi, don Saussa la restaurò trasformandola in chiesa parrocchiale; fu rifatto il tetto, acquistati nuovi banchi, confessionali, rifatte le porte e il pulpito, abbellito 1'altare maggiore e dotata la sacrestia di arredi sacri.

Oltre alla Chiesa parrocchiale dedicata alla Concezione e quella diroccata e inutilizzata di San Lorenzo, esistevano altre chiese o cappelle secondarie quali S. Martino e S. Maurizio, S. Rocco ai piedi della Rocca, S. Sebastiano in Cavouretto, S. Salvatore, che scompariranno nel secolo XVIII.

Poiché la popolazione cavourese era aumentata e si era sparsa nella campagna, col permesso dell’autorità ecclesiastica, gli abitanti poterono erigersi una cappella sul luogo; sorsero cosi le cappelle di S. Antonio, S. Agostino, S. Michele, Cappella del Bosco, Gemerello, Babano.

Nel 1798 fu nominato Vicario il teologo Giuseppe Pollano che per le sue doti di carità, prudenza e dolcezza seppe guadagnarsi molta stima tra i cavouresi.

Il 2 aprile 1804 Cavour è colpita da forti scosse di terremoto; le case del borgo rimasero quasi tutte screpolate e la chiesa parrocchiale rovinata minacciò di crollare, e per diversi mesi le funzioni furono celebrate all'aperto.

Il teologo Pollano arricchì la parrocchia di argenterie, paramenti, quadri, spendendo una forte somma; purtroppo, le più preziose argenterie da lui acquistate saranno poi vendute dal Vicario Vignolo per il restauro della chiesa.

Nel 1804 il teologo Pollano acquisto pure per il Vicario la casa parrocchiale.

Nel 1860 fu eletto Vicario Monsignor Giovanni Vignolo che provvide ad ingrandire ed abbellire 1'attuale chiesa parrocchiale.

Nel 1862 fu innalzato sul piazzale della chiesa il nuovo campanile, costruito su disegno dell'ingegnere comm. Amedeo Peyron, Si spesero per esso solo L. 17,50 perché gli abitanti del luogo si offersero generosamente per trasportare il materiale gratuitamente.

 

ARTE NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN LORENZO

Prima dei restauri iniziati nell'anno 1872 1'attuale Chiesa parrocchiale contava cinque navate con sei altari laterali.

Grazie a Monsignor Teologo Giovanni Maria Vignolo, parroco locale, agli illustri ingegneri Amedeo Peyron e Bartolomeo Barberis, ai contributi versati dal Comune (stanzio in quel periodo la cifra di L. 8.000 per i restauri) e alle generose offerte dei cavouresi, la Chiesa venne quasi completamente rinnovata e trasformata in stile basilicale; le cinque navate furono ridotte a tre, avendone formata una sola delle tre intermedie prima esistenti; le altre due laterali furono lasciate intatte, tranne che nelle decorazioni e negli altari.

Cosi restaurata misura m. 40 di lunghezza, di cui 14 m. compresi dal presbiterio e coro, 26 m. circa di larghezza e 12 m. di altezza.

Esterno

La facciata si presenta con un portale barocco, con sei rosoni scolpiti e conta di tre grandi porte di accesso all'interno della Chiesa. Nei vani rettangolari ad esse sovrapposti sono da notare i tre affreschi eseguiti dal pittore Luigi Morgari.

Quello di mezzo ritrae S. Lorenzo mentre presenta al governatore romano le proprie ricchezze, ossia 1'ingente moltitudine di poveri che egli sollevava dalla miseria con le sue elemosine.

Il secondo, alla sinistra di chi guarda, rappresenta 1'Angelico Beato Cherubino d'Avigliana in un momento di contemplazione di fronte all'immagine del Crocifisso; questi reca sul petto la figura del giglio perché si narra che spuntò dal suo cuore quando la sua anima volò in Cielo.

Il terzo a destra raffigura il proto-martire S. Stefano, in atto di raccomandare a Dio sé e i suoi lapidatori.

Chi desidera conoscere quale connessione abbiano i due affreschi laterali con la Parrocchia consacrata a S. Lorenzo, deve sapere che Monsignor Vignolo, nativo di Villafranca Piemonte volle ricordare con 1'effigie di S. Stefano il protettore del suo paese; e con 1'immagine del Beato Cherubino Testa, il paese di Avigliana, dove egli esercitò il suo ministero pastorale per alcuni anni.

All'interno della Chiesa quello che colpisce l'occhio e il prezioso soffitto di legno ornato con grandi e piccoli rosoni dorati (su disegno della Basilica di S. Maria Maggiore di Roma), opera del celebre falegname Rosso Filippo. I rosoni del soffitto sono opera dello svizzero Cantone. Il progetto e dell'ing. Comm. Amedeo Peyron.

 

Nel 1984, quando era Parroco il Rev. Vicario don Mario Amore viene restaurato: i 55 cassettoni barocchi sono ripuliti; spruzzati di sostanze antitarlo e sostituita la doratura deperita.
Dalla maestosità e ricchezza di questo soffitto a fiorami di legno, filettato in oro, lo sguardo si posa sui capitelli dorati delle colonne e sulle numerose lesene.

Navata centrale

Da notare sulle pareti laterali della navata centrale i 14 pregiati affreschi del Morgari rappresentanti i momenti più espressivi della vita terrena di Gesù Cristo e la sua passione.

Inferiormente si sussegue una fila di quadri ad olio su tela, separati dagli affreschi superiori mediante un bel cornicione anch'esso dorato, con rispettiva ringhiera in ferro battuto, con disegno a volute. Questa ringhiera è stata costruita su disegno del Rev. Canonico Martin dai fabbri Antonio Buffa e Giovanni Boyer.

Osservando gli affreschi, possiamo ammirare un dipinto del Camuzzi, San Girolamo profondamente intento con l'animo e la mente nella lettura e meditazione sui libri divini.

 

Seguono i quadri rappresentanti S. Agostino mentre parla dolcemente con un bimbo sulla spiaggia; il martire S. Lorenzo e questo e 1'unico quadro superstite dell'antica parrocchia che fu distrutta; 1'evangelista S. Luca; l'Arcangelo S. Michele mentre caccia dal Paradiso con la spada fiammeggiante il superbo Lucifero.

Tralasciamo per il momento il presbiterio e spostiamoci verso 1'altare: il primo quadro che possiamo osservare rappresenta 1'Angelo Custode mentre cerca di proteggere un fanciullo tentato dal demonio; seguono gli evangelisti S. Marco e S. Matteo.

I quadri raffiguranti 1'Arcangelo S. Michele e 1'Angelo Custode sono opere di Guido Reni.

Navata laterale destra

Spostandoci nella navata laterale destra e partendo dall'ingresso, il primo altare che s'incontra è consacrato a S. Luigi. Si può osservare un bellissimo dipinto di questo Santo con alla sua destra 1'immagine del martire S. Sebastiano e alla sua sinistra quella di S. Rocco; segue un secondo altare consacrato a S. Giuseppe con 1'immagine dipinta ad olio del Santo agonizzante assistito da Gesù e Maria.

Corpo del Martire S. LorenzoSotto il piano di quest'altare, in un'apposita urna, è custodito il corpo del martire S. Valentino..

Il corpo di questo glorioso martire fu donato da Sua Em. il Cardinale Bottiglia Luigi dei Conti di Savoulx d'illustre famiglia di Cavour al Teologo Pollano nel 1833. Il Bottiglia, trasferitosi adolescente a Roma, chiamato da uno zio ivi residente, percorse la carriera ecclesiastica, fu nominato Monsignore e gli fu affidato 1'ufficio di delegato Apostolico della Provincia di Benevento. Nominato Cardinale di Santa Romana Chiesa, ottenne dal Sommo Pontefice Gregorio XVI la reliquia di S. Valentino; nel 1833 spediva a Cavour la cassa munita dei sigilli dell’autorità ecclesiastica, e nel farne nobile dono alla Chiesa parrocchiale, lasciava così una preziosa memoria a Cavour, sua patria.

Dapprima il corpo di S. Valentino fu collocato sotto la mensa dell'altare maggiore della stessa Chiesa. Nel 1874 il Vicario Foraneo della Parrocchia di Cavour, il Teologo Giovanni Maria Vignolo, estraendo dall'altare la cassa di detta Reliquia, la presentava a Sua Ecc. Rev. Monsignor Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, il quale ne esaminò attentamente i sigilli.

Ciò avvenne in occasione della consacrazione della Chiesa parrocchiale a San Lorenzo, il 7 ottobre 1874.

Il sacro corpo di S. Valentino fu riccamente vestito e riposto in un’elegante urna dorata; fu esposto per la prima volta al pubblico per la venerazione il 7 novembre 1876, giorno in cui 1'Arcivescovo di Torino Gastaldi si recava a Cavour per amministrare il Sacramento della Cresima.

Trascorsi otto giorni dalla festa, la sacra urna di S. Valentino fu collocata sotto la mensa dell'altare di S. Giuseppe patrono della Congregazione dei Sacerdoti.

Infine, un terzo altare consacrato alla Beata Vergine del Carmine che vi è raffigurata in un bel dipinto ad olio con a destra 1'immagine di S. Teresa e a sinistra quella di S. Elisabetta.

Tempietto dell'Immacolata

Soffermiamoci un momento tra 1'altare maggiore e la navata laterale di sinistra: incontriamo un'opera graziosa e fine, la statua della Madonna, pronta ad accogliere sotto la sua protezione il nostro paese.

In questa Chiesa esiste già un'immagine dell'Immacolata, quella dipinta al centro dell'icona dominante sul coro, come avremo modo di osservare più avanti. Nel 1904 il Vicario Monsignor Arato, ricorrendo il cinquantenario della definizione del Dogma dell'Immacolata Concezione, fece costruire il magnifico tempietto in marmo, con artistici fregi, perché 1'Immacolata ricevesse un culto particolare in questa nostra chiesa che per tanto tempo era stata dedicata a Lei. Il tempietto è chiuso da una graziosa cancellata. Il disegno di questo monumento è dell'ingegner Cav. Peyron; il creatore dell'opera e il già citato Sassi.

Navata laterale sinistra

Spostandoci nella navata laterale di sinistra, il primo altare che incontriamo a partire dalla sacrestia, è consacrato alla Beata Vergine del Rosario.

Sopra 1'altare, in un’elegante nicchia, si può ammirare 1'effigie della Madonna con il Bambino Gesù, in legno dorato, cui fanno corona i 15 piccoli misteri del Santo Rosario. Questi, con le rispettive cornici che si concatenano a vicenda sono opera del celebre Moncalvo.

Procedendo, il secondo altare che incontriamo è consacrato a S. Antonio abate. Le icone di quest'altare, di quello di S. Luigi, S. Giuseppe e la Madonna del Carmine, sono opera del Buccinelli.

 

Nel terzo altare, il più pregiato fra tutti, si può ammirare un famoso trittico di Defendente Ferrari da Chivasso , il "cinquecentista dal tocco raffinato e dalla sublime efficacia luminosa": la Madonna col Bambino, S. Agnese e S. Lucia. Contornano questo pregiato dipinto su legno, 1'immagine di S. Agnese e quella di S. Lucia alla sinistra. Queste ultime due figure sono state ricopiate da due quadri originali propri del Defendente Ferrari i quali sono conservati nella Pinacoteca di Torino. Furono ricopiati dall'eccellente pittore lombardo Buccinelli; gli ornati delle rispettive icone di S. Luigi, della Madonna del Carmine, della Vergine Beata del Bambino Gesù (da non confondere con la Madonna del Rosario) sono opere pregiate dello svizzero Pietro Cantone.

Il Battistero

Osserviamo ora il Battistero. Da notare, i pregiati stucchi opera del savonese Antonio Brilla raffiguranti Gesù Cristo e Giovanni Battista mentre lo battezza. Da considerare la vasca in marmo con 1'arma dei Racconigi, con la data XI agosto MDXLV; il vaso per 1'acqua battesimale è un regalo di Bernardino I da Racconigi, capostipite di Casa Savoia. La cancellata in ferro fu tanto ammirata dal conte commendatore Baudi, sopraintendente generale delle gallerie e dei musei moderni del Piemonte e della Liguria; questi affermò che per la sua ricchezza meritava di essere collocata o in un museo o in una reggia.

Presbiterio

Torniamo indietro ed avviciniamoci al presbiterio. Possiamo osservare sul frontone del grande arco soprastante all'altare un grande crocifisso in legno fiancheggiato da due angeli.

Ai due lati dello stesso presbiterio si trovano due dipinti rappresentanti: uno 1'Assunzione di Maria Vergine al Cielo, e 1'altro la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli.

Sempre ai lati dell'altare maggiore agli inizi del Novecento si potevano osservare i dipinti ad olio raffiguranti papa San Gregorio Magno e Gesù Cristo indicato da Pilato.

Vediamo ora quale attinenza con la Parrocchia hanno questi dipinti: rappresentano le otto cappelle delle singole frazioni di Cavour. Ovvero: i dipinti di S. Giacomo, dell'Arcangelo S. Michele, di S. Antonio e di S. Agostino rappresentano le rispettive cappelle omonime, mentre quello della Beata Vergine col Bambino Gesù rappresenta le Cappelle del Bosco e Babano; quello di Maria Vergine Assunta in Cielo rappresenta la Cappella di Gemerello; quello di S. Gregorio Magno rappresenta la Cappella delle Cursaglie.

L'altare maggiore

L'altare maggiore, in marmo policromo pregiato, fu regalo di Monsignor Vignolo e venne copiato dal disegno dell'altar maggiore della Chiesa dell'Annunziata di Genova dal valido scultore ligure Montarsolo, autore anche degli altari consacrati a Maria Vergine con Bambino e a S. Luigi. È collocato in un vano di quattordici metri ricavato al fondo della navata centrale e sormontato da un arco sul quale e collocato un pregevole croci fisso

Sopra 1'altare maggiore si può ammirare nella cupola ovalela gloria del martire S. Lorenzo, affresco del già citato Luigi Morgari.

Ai due lati del coro, si trova un gruppo di bassorilievi in scagliola, il cui autore e il noto scultore Brilla di Savona, rappresentanti:

Cupola ovale
Crocifisso
Lo sposalizio di Santa Maria Vergine con S. Giuseppe
La cena del Signore

In fondo allo stesso coro, si può ammirare una grande icona divisa in tre parti, la quale vuol rappresentare la Chiesa universale; nel mezzo, tra le braccia di Maria Vergine il fondatore e capo della Chiesa, Gesù Cristo; alla sinistra il suo successore San Pietro, e alla destra il protettore della Parrocchia di Cavour, il glorioso martire San Lorenzo.

Alla destra della Madonna, e più precisamente nella seconda parte si può osservare 1'immagine di S. Paolo, 1'Apostolo delle genti, e alla sinistra della Madonna, nella terza parte, il protettore della Diocesi torinese San Giovanni Battista mentre addita a Papa Sisto il Bambin Gesù.

L'autore di questo triplice dipinto e il già citato Buccinelli; gli ornati il legno sono opera dello scultore Castagno che li ricopio dalla facciata del Duomo di S. Giovanni in Torino.

Altare del Crocifisso

A destra dell'altar maggiore si trova 1'altare del Crocifisso (in marmo nero, giallo, verde e rosso molto appropriato alla Passione di Nostro Signore) ed e opera del Sassi. Il gruppo di statue in scagliola rappresentante Gesù assistito da Maria Santissima e dall'Apostolo prediletto S. Giovanni, e opera del famoso Brilla; gli ornati di questa cappella sono del Paracchini. Questa cappella fu fatta costruire da Monsignor Teologo Bernardo Arato.

Altare del sacro cuore di Gesù
Molto ammirato è 1'altare del Sacro Cuor di Gesù, in pietra serena.
La Cappella del Sacro Cuore di Gesù, di stile rinascimentale trattato modernamente, fu eseguita dal Sassi e dal Paracchini su disegno dell'ingegner cav. Emanuele Peyron; le colonne sono in marmo giallo di Vicenza. Fa molto spicco e figura una delle cappelle più belle della Chiesa ed è 1'opera più appariscente voluta da Monsignor Arato.

In questi ultimi anni è caduta in abbandono; in occasione del XXV di sacerdozio di don Mario Ruatta, Parroco di Cavour, sono stati iniziati i restauri.

Nuova sacrestia

Dall'altare del Sacro Cuore attraverso un corridoio stretto e buio si accede alla nuova sacrestia, un grande locale fatto costruire dal Teologo Carlo Filippi, proveniente dalla Parrocchia di S. Maria di Racconigi, che fu per 21 anni Vicario di Cavour. Nonostante 1'eta, intraprese opere grandiose di costruzione, quali: la sacrestia, il magazzino adiacente alla Chiesa ed il massiccio bastione con muricciolo di cinta che servì a chiudere il terreno dell'antico cimitero da lui rivendicato alla Chiesa.

Entrando nella sacrestia, si possono ammirare dipinti su tela ad olio rappresentanti parroci o vicecurati santi, cioè: S. Eusebio, S. Aventino, S. Ivone, il beato Oddino, Nicola Papelio, Leonardo Vechellio, Florino, Wolpoldo, fatti dipingere nel 1823 dal Tesio e donati dal Teologo Giuseppe Pollano alla Parrocchia.

Decine di anni fa, esistevano quadri ad olio rappresentanti le stazioni della Via Crucis che si potevano ammirare alle pareti laterali della Chiesa ed erano opera pregiata dell'Olivieri. Dai documenti originali di Monsignor Arato si legge che il pittore Luigi Morgari nell'esaminare questi dipinti disse: "Sono di raro pregio, sebbene vecchi valgono molto di più dei nuovi". Gli ornati di stucco che ricoprono con gusto le pareti sono stati eseguiti dai fratelli svizzeri Quadri; la doratura dal biellese Pietro Panizza; 1'organo dalla ditta Barchietti di Torino (sarà restaurato nel 1984); il pavimento della Chiesa e in legno di rovere, le vetrate sono opera dell'ing. Emanuele Peyron. Anticamente dal soffitto pendevano due ricchi lampadari in cristallo di Boemia regalati dal re Carlo Felice alla Parrocchia di Cavour e sostituiti decine di anni fa da due di minor valore.

La Chiesa venne consacrata da Monsignor Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, il giorno 7 ottobre 1874 al diacono e martire S. Lorenzo.

ELENCO DEI VICARI CHE RESSERO LA VICARIA DI CAVOUR

 

1) ROSSETTO Pietro Eletto nel 1597
2) MORGANO Giacomo Eletto nel 1607
3) ANDUTO Bartolomeo Eletto nel 1608
4) VOLPEGNO Giovanni Antonio Eletto nel 1612
5) BERRA Giovanni Giacomo Eletto nel 1627
6) FORNASERI teol. Francesco Eletto nel 1635
7) VOLPEGNO Carlo Eletto nel 1641
8) UGONINO Giovanni Battista Eletto nel 1659
9) BELLA Girolamo Eletto nel 1687
10) ALLEGRA Camillo Eletto nel 1691
11) SAUSSA Giacomo Eletto nel 1692
12) BAUDI teol. Giovanni Battista Eletto nel 1718
13) TEPPA Bartolomeo Eletto nel 1731
14) RUELLA Stefano Eletto nel 1744
15) CALVI Giorgio Eletto nel 1749
16) CALVI Bartolomeo Eletto nel 1759
17) VISCONTI Orazio, avvocato Eletto nel 1769
18) POLLANO teol. Giuseppe Eletto nel 1798
19) DASSSANO Bartolomeo Eletto nel 1834
20) ROVEI Ignazio Eletto nel 1854
21) VIGNOLO Mons. Teol. Giovanni Eletto nel 1860
22) ARATO Mons. Teol. Bernardo, cav. mauriz. Eletto nel 1902
23) FILIPPI teol. Carlo Eletto nel 1928
24) Don AMORE Mario, vicario Eletto nel 1950
25) Don RUATTA Mario Eletto nel 1988


                                                                            BIBLIOGRAFIA

Opere consultate:

F. ALESSIO, Memorie civili e religiose del Comune di Cavour, 1913.

F. ALESSIO, Cavour: Abazia, Vescovado, Plebania e Vicaria, 1911.

Teol. Sebastiano CHIAROTTI, La Chiesa Parrocchiale di Cavour, 1901.

Sac. Carlo FERRERI, Traslazione del Sacro Corpo di S. Vittoria Vergine e Martire, Tip. Binelli

Dall'archivio parrocchiale: scritti originali di Monsignor Giovanni Maria Vignolo, Monsignor Arato, Teologo Carlo Filippi.